Testimonianze

dalla Vacanza Studenti 2023

C’è qualcuno che potrebbe aiutarmi? Ho bisogno di Qualcuno adesso... Qualcuno che mi aiuti...

01 Agosto 2023

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C’è qualcuno che potrebbe aiutarmi? Ho bisogno di Qualcuno adesso... Qualcuno che mi aiuti...”. Queste parole del brano In myblood di Shawn Mendes hanno segnato il gesto della Vacanza vissuta a Fonte Cerreto, in provincia de L’Aquila, dagli Studenti delle Medie e delle Superiori. “Ho bisogno di Qualcuno” è il grido che segna il cuore di ogni uomo: il bisogno di Qualcuno che possa abbracciare tutta la nostra umanità in tutto il suo desiderio di felicità, in tutta la sua esigenza di Infinito.
La Vacanza è fatta di giorni di convivenza segnati dall’esperienza e dall’educazione di Fides Vita: dal mangiare al bere, dalla preghiera delle lodi, del rosario e la santa messa al cammino in montagna, dalla visione di un film a momenti di incontri e testimonianze, fino al canto, al gioco, alla fraternità… tutto partecipa alla grande sfida: dare spazio a quel grido posto da Shawn Mendes, che riguarda ciascuno, dentro una ipotesi di risposta da verificare con la ragione (“Vieni e vedi” – è il metodo del Cristianesimo da 2000 anni ad oggi). La proposta che sta al cuore della Vacanza è verificare - dentro ogni gesto e momento - il Cristianesimo come esperienza massimamente esaltante l’umano e la ragione, massimamente corrispondente al desiderio del cuore di ogni uomo; una verifica che si può vivere concretamente nell’incontro di umanità che la testimoniano, con un luogo e una compagnia che la favoriscono. Un luogo fatto di volti, di carni che camminano insieme a te e ti accolgono per quello che sei; un luogo dove si può essere sé stessi, dove tutto l’umano, il desiderio di ciascuno è guardato, accolto, messo al centro ogni momento. Questa è stata la sfida lanciata a ciascuno all’inizio della Vacanza ed è qui che si mostra il valore della nostra Compagnia: un luogo che mette al centro te, la questione decisiva di ciascun uomo, e una strada, un cammino da vivere insieme per scoprire Cristo e l’esperienza della fede come la risposta e la corrispondenza a quel cuore che chiede Qualcuno, e che abbraccia, compie ed esalta massimamente l’umano in tutte le sue dimensioni. Questa èl’esperienza di Fides Vita (di cui la Vacanza è espressione sintetica) e I’esperienza che ciascuno di noi ha vissuto in questi sei giorni di cui condividiamo alcune testimonianze .

Pubblichiamo il video dell'incontro-testimonianza con Riccardo Andreucci, Nicola Fastigi e Lorenzo Maurizi del gruppo degli Universitari e dei Giovani Lavoratori di mercoledì 12 luglio 2023; il video di foto conclusivo della vacanza e alcune testimonianze di Studenti durante l’Assemblea finale, vissuta sabato 16 luglio 2023:

VIDEO finale
Testimonianze di Studenti durante l’Assemblea finale


SOFIA V. (17 anni)
Che cosa mi è rimasto di questa vacanza? La vacanza studenti l’ho sempre vissuta e considerata come la settimana più bella di tutta l’estate e ogni anno la bramavo con tutta me stessa, perché vivevo quei sette giorni con un’intensità, un entusiasmo e una pienezza inspiegabili. Io non mi sapevo spiegare la gioia che provavo in quei giorni e la desideravo vivere costantemente nella mia vita con quella stessa voglia, con quella stessa grandezza. Però, ahimè, era un vero e proprio sogno al termine del quale io ripiombavo immediatamente nella mia realtà che non sapevo affrontare, che mi schiacciava, riprendevano incessanti tutte le mie paure, i miei limiti, i complessi che mi soffocavano. Oggi, a distanza di tempo, il desiderio di vivere questa vacanza è lo stesso, la felicità è la stessa, ma cosa è cambiato? È cambiato il mio modo di pormi davanti alle cose, alle situazioni; riesco a guardare meglio i momenti di difficoltà, di rabbia, di nervosismo. Per la prima volta mi sono messa in gioco fino in fondo, seguendo e lasciandomi guidare, aiutare da questi volti felici, il più possibile cercando di non perdermi nulla di ciò che mi è stato proposto, dai balli, al cibo, alle camminate, alla decina del Rosario. Questo perché non c’è un altro luogo dove io mi sento maggiormente amata, guardata, voluta, sostenuta, richiamata a partire dal mio bisogno, bisogno di infinito, dal mio cuore, che qui. Spesso mi sono ritrovata a parlare con alcuni di voi, miei amati amici, di me senza filtri, senza esitare. Mi commuove la facilità con la quale mi affido a voi; è segno, come diceva ieri Nicolino, di un’affezione, di un attaccamento tale per cui mi abbandono a voi. Lo faccio, come diceva Lorenzo, perché mi sento amata in maniera unica e mi sento guardata in maniera unica. Mi sorprendo perché sto iniziando a scoprirmi sempre di più, fino al fatto che nel momento in cui sono in difficoltà,mi sento pesante, è immediato in me chiedere aiuto e aiutare chi è in difficoltà (es. la crisi che con le mie amiche); sarò ripetitiva, ma è davvero assurdo che basta poco, basta poco per assaporare e gustare la felicità. Questa vacanza adesso non è più un’esperienza che rimarrà qui a Fonte Cerreto, ma è stata l’ennesima conferma del mio cammino, e muoio dalla voglia di tornare alla mia vita, alla mia realtà, di fare i conti con il mio umano fatto di: paure, complessi, paranoie, limiti ma che sto scoprendo come positivi e che mi portano a verificare sempre di più se è davvero Lui che risponde alla mia vita, se è davvero Lui che colma la mia mancanza.

GIOVANNI PAOLO C. (17 anni)
Ancora una volta durante questa vacanza mi riscopro. Io, una persona granitica, composta, che non si lascia mai scomporre nelle diverse situazioni, mi sono ritrovato con le lacrime agli occhi per ben due volte. Senza un preciso motivo mi sono sentito così voluto bene che non mi sono potuto trattenere davanti ad un abbraccio ad una persona che si blocca in montagna, davanti ad un abbraccio di Nicolino, gesti addirittura neanche rivolti a me, eppure allo stesso tempo gesti che ho sentito vicinissimi, una carne che ho sentito fortemente legata a me. Come sempre mi ritrovo senza parole davanti a questa amicizia a cui mi voglio aggrappare con tutto me stesso e senza la quale il mio vivere rimane un divertere, un vivacchiare.

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EVA D.M. (17 anni)
Irriducibilità, attrattiva, apertura, sbalordimento, esigenza di infinito. Uno sguardo, questo era quello che cercavo, uno sguardo che mi amava unicamente, uno sguardo che mi perdonasse sempre; questo sguardo l’ho trovato nei volti di molti qui. A inizio settimana sono partita con timore, paura, preoccupazione; era la prima volta dopo anni che ci mettevo la faccia di nuovo, la prima volta dopo anni che provavo a colmare quel vuoto che, sia per immaturità che per pregiudizio, ignoravo da tempo. Ignoravo per orgoglio; facevo fatica ad accettare che la mia felicità non dipendesse solo e soltanto da me. Più andavo avanti più capivo che non poteva essere così. Ho aperto gli occhi, ringrazio alcuni amici per questo (a partire da Sofia, Letizia, Emanuele, Lorenzo e molti altri) che con le loro domande, quelle domande a cui non serve una risposta, quelle provocazioni che non potevo ignorare mi hanno messo in crisi, una bella crisi, una crisi che piano piano mi ha fatto capire come sono fatta, o meglio, com’è fatto il mio cuore. Amici che desideravano la mia presenza, amici che volevano sapere di me, amici. Ho accettato la sfida. Il primo “ostacolo”, se così si può chiamare, è stata la nomina a caposquadra; sono stata chiamata, ero sorpresa, entusiasta, e mi sentivo pronta ma già la prima sera ero a un passo dal tirarmi indietro. Avevo deciso però di accettarla questa sfida, sarebbe stata una delusione per me e ad oggi dico di aver imparato tanto, dai bambini, dalla recidività di uno in particolare che ha deciso di mettersi in gioco all’ultimo, da quelli che si proponevano sempre a quelli più timidi che avevano bisogno di un incentivo in più. Questa apertura mi ha fatto vivere anche i cammini con uno sguardo diverso, cammini che fino agli anni scorsi mi facevano lamentare sempre della fatica, che mi facevano camminare solo per arrivare alla fine senza considerare nient’altro. Ho imparato che è il percorso che conta (certo anche lo stupore di essere arrivato è tanto) e come lo vivi: chiedere aiuto se ti serve e aiutare se serve. Concludo ringraziando che è l’unica cosa che mi sento di fare arrivata a questo punto. Io ho visto il massimo, non lo voglio lasciare più.

GIORGIA P. (17 anni)
In questa vacanza mi sono ritrovata per l’ennesima volta vera; sempre bloccata nei miei complessi, nelle mie paranoie, ma con la certezza che Qualcuno c’è. Con la certezza che quel bisogno, quel grido può essere accolto da qualcuno e non represso, schiacciato come tentano tutti di fare. Messo a tacere perché troppo difficile da affrontare, perché “non c’è bisogno di farsi tutti questi pensieri”, “vivi la tua adolescenza, non pensarci…”. Ma io non riesco. Nicolino all’incontro diceva “tutto questo bisogno può essere vissuto inconsapevolmente. Un malessere che per quanto represso, riemerge, fa sentire la sua voce, fino al grido.” Ho sempre pensato di stare bene, non ho avuto quel momento di ribellione, quel momento in cui ho toccato il fondo e che mi potesse far dire: “prendo in mano la mia vita”. Mi sono sempre accontentata, come quella rana che sta nella sua pentola riempita con acqua calda, sempre più calda che finisce per assopirla, per spegnerla. Non voglio che sia così, non voglio vivere a metà, accontentarmi delle amicizie frivole, dello stare insieme “perché sì”. Non voglio rapporti inconsistenti, rapporti che non portano con sé quel “per sempre”, quell’eterno. Vedere qui un’amicizia tale, con la quale si può passare dal piangere, al pregare, al fare festa; un’amicizia che ti fa riconsiderare tutti i rapporti che hai, ma in primo luogo te stessa, come tu stai in questi rapporti, perché tendo ad auto-condizionarmi, perché mi faccio sovrastare da tutte quelle paranoie che non mi fanno emergere, perché continuo insistentemente a paragonarmi con altri… Non voglio condurre una vita assopita, non voglio vivere una vacanza pensando che sia circoscritta a sé stessa. Voglio portarmi tutto ciò con me, non può finire tutto, altrimenti sarebbe menzogna; altrimenti sarei stata ingannata, presa in giro, per un’intera settimana. Se é vero che sono fatta bene, se sono fatta come quelli che io vedo, e vedo felici, io voglio viverlo, voglio sperimentarlo.

LUIGI P. (16 anni)
“Ho deciso di scendere in campo e giocare questa partita". Questa è una delle frasi che mi ha colpito molto perché in questa vacanza anch'io ho deciso di mettetemi in gioco con me stesso, mettendo a tema il mio io e andando incontro al mio vero umano, cercando di vivere al meglio questa vacanza. Qui non ho paura di sentirmi giudicato per come sono, ci sono sempre degli amici pronti a sostenermi a cui posso aprire il mio cuore e che mi possono aiutare a guadare la realtà di tutti giorni. Infatti non c'è altro luogo in cui veniamo presi in considerazione per ciò che siamo e dove possiamo far emergere ogni dubbio, pensiero, paura… sapendo che possiamo chiedere aiuto a qualcuno. Qui riesco a levare quelle maschere che spesso indosso a scuola, in giro con gli amici e che non mi rendono realmente felice, che mi fanno trascurare la realtà, mi rendono insicuro e mi fanno fermare all'apparenza non riuscendo a verificare il mio vero umano. Per questo voglio continuare questo cammino insieme per cercare di essere ogni giorno più felice.

EMANUELE F. (18 anni)
Come può finire tutto qui? Come può restare solo un bel momento? Un anno fa, proprio mentre ci trovavamo a vivere questo incontro dicevo: "Se quello che abbiamo vissuto finisse qui io faccio un casino". Se sono qui oggi è perché questa promessa è stata mantenuta e che come diceva Riccardo alla testimonianza: "questi volti sono rimasti". Questa vacanza è stata per me una riconferma che questo cammino è indispensabile per la mia vita e senza il quale sarei fregato. Tutte le mie ansie, paure, incertezze stanno diventando sempre di più mie "amiche'', perché mi richiamano a qual è il mio vero bisogno. Altra cosa che continua a sorprendermi sempre di più è quanto IO non abbia fatto mai niente e continui a non fare niente se non mettermi in gioco, se non stare in gioco con tutto, tutto il mio umano. È stato per me sorprendente il modo in cui abbiamo fatto festa, e mi colpivano moltissimo i più "piccoli" ed è stato un attimo paragonare questi momenti con le serate che invece vivo con i miei amici. Sono grato di aver vissuto questi giorni, e sono ancora più grato perché so che questo è solo l' inizio. Spero di rimanere sempre così aperto e non dare mai niente per scontato. Vi ringrazio per essermi così Amici.

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FRANCESCO B. (17 anni)
In questa settimana, sono rimasto molto colpito dal fatto, che mi sono aperto e ho accettato la sfida, di vivere tutte le proposte, che mi sono state fatte proprio perché a tema di questa vacanza ci sono io, senza maschere. Per questo, mi sono messo a nudo. Ringrazio Daniela per i nuovi compagni con cui ero in camera perché per me sono stati una testimonianza di un grido che cerca un di più. Sono rimasto inoltre molto provocato da ciò che diceva Nicolino nella fraternità dell’uscita alle cascate, perché nella seconda camminata della vacanza, arrivati alla cima, c’era molto vento, che, dandomi fastidio mi portava a chinare la testa. In quel momento mi vennero in mente le sue parole ovvero che noi non ci meravigliamo più di niente. Come se lui fosse lì in cima a richiamarmi, allora alzai la testa e mi stupii di tutto ciò che mi circondava. Questo richiamo mi riguarda particolarmente, perché negli ultimi anni mi sono chiuso ,proprio per la paura di essere giudicato, perdendo una parte di me stesso. Nonostante fossi richiamato molte volte ad aprirmi e ad affrontare la realtà e io, ignorando questi consigli, di conseguenza mi stavo spegnendo. Perciò, in questa vacanza mi sono lasciato colpire e ho seguito ciò che mi provocava a partire dai balli al rosario, affidando tutte le mie paure a Lui perché so che insieme a Lui posso superarle.

MARCO V. (19 anni)
Mi è stata fatta una domanda prima di partire in Vacanza Studenti; la domanda è stata: "Perché vieni in Vacanza Studenti?". La mia risposta è stata: "Vengo in vacanza per rinnovare quel SÌ!" Quel SÌ, che corrisponde al tuo cuore, che è in grado di affermare e di trascorrere la vita in un luogo dove tu puoi stare Bene e per far emergere il proprio umano, così come sei, grazie a quel SÌ. In questi giorni di vacanza, ho provato e sto provando a fare esperienza... Tutto ci è dato proprio come la "Gioia Santa" di cui ci parlava Don Armando, dove percepisci l'affezione a un qualcosa di grande, solo grazie a questo gruppo impareggiabile, che si chiama Fides Vita. La Vacanza Studenti non è una vacanza come tutte le altre, la Vacanza Studenti oggi come ogni volta, ti lascia un segno indelebile: per quel cuore, per quello sguardo, per quell'umano, per quelle parole, per quelle gesta. Devo dire grazie a tutti, genitori, Amici più grandi, Amici più piccoli, perché favoriscono questo Cammino e questa esperienza da continuare, che si diffonde, in una Compagnia imparagonabile. Il momento che mi ha colpito di più nella Vacanza è stato nel momento del Rosario di ieri sera; per qualcuno può essere stato insignificante o ridicolo, ma per me non lo è stato affatto, perché UN GESTO COSÌ, NON L'HO MAI VISTO, in nessuna vacanza. Infatti guardando quella candela ardere, pensavo alla Vacanza: la Vacanza Studenti è tutto il busto della candela, in quanto rispecchia a pieno il calore di quella fiamma ardente, come per dire, la Vacanza è una calorosa affezione, che genera luce di felicità. Il busto della candela è importante proprio perché regge l'attaccamento delle gocce. Le gocce di cera, che sono attaccate rimangono colpite, entusiaste di questa affezione, mentre le gocce, che cadono fanno più difficoltà a rimanere attaccate proprio perché hanno bisogno di qualcuno per godere di quell’attaccamento.

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ALESSANDRO L. (18 anni)
In questa vacanza ho avuto un approccio diverso nei confronti dei miei Amici. Ho notato in me una sorprendente apertura, un'abilità di mettermi a nudo e di parlare di me stesso quando sono in vostra compagnia. Devo dire che con voi non mi sento mai giudicato, a differenza di altre situazioni in cui talvolta mi ritraggo per timore di essere oggetto di giudizio. Tante volte mi sono sentito sbagliato, quando ho ansia o paura e non riesco a capirne il senso…Io mi sento davvero fortunato di avervi incontrato e spesso mi chiedo: "Perché proprio io?". Considerando la mia storia e le mie origini, non avrei mai immaginato di incontrare persone straordinarie come voi, che mi parlano della vita in maniera così naturale e sincera.
Le testimonianze di Riccardo Andreucci, Lorenzo Maurizi e Nicola Fastigi mi hanno colpito profondamente. Mentre ascoltavo le loro esperienze, mi sono ritrovato in molte delle cose che dicevano.
Ricordo le parole di Riccardo: "Guardavo le vostre foto dei giochi che mi sono arrivate e mi sono commosso, perché mi chiedevo: ‹‹Ma io mi metterei mai a nudo così, in quel modo con i miei amici?››”, Questo mi ha toccato profondamente e mi ha fatto capire che sto in un cammino buono, dove è possibile cambiare e stare sempre in gioco. Ricordo anche quando Riccardo diceva: "Sono andato in vacanza, perché piango? Perché ho pianto? Poi? I volti delle persone quando sono tornato a casa dalla vacanza erano gli stessi, è rimasto tutto uguale. La cosa che è accaduta è che sono cambiato io".
Ecco io, in questo che Riccardo ci affermava, mi ci sono ritrovato, perché anche io mi sono accorto che seguendo questo cammino non è che sono cambiati i volti degli altri ma ben sì sono cambiato io, che ho deciso di iniziare a fare sul serio con la mia vita e con il mio cammino.
Di Lorenzo mi ha colpito quando ci chiedeva: "Ma io e te cosa abbiamo in comune?". Questa domanda mi ha spinto a riflettere sulle esperienze che ci legano perché siamo diversi gli uni dagli altri, eppure ci siamo ritrovati uniti.
Di Nicola, invece, mi ha colpito quando ha fatto l'affermazione su Marco Aloisi: "Perché la sua vita è più felice della mia? Eppure Marco non ha niente più di me". La sua affermazione mi ha colpito perché anche a me capita di confrontare la mia vita con quella degli altri e capisco che a me non manca niente per fare seriamente il cammino.
In conclusione questa vacanza mi ha lasciato un segno indelebile. Mi ha portato ad aprire ancora di più il mio cuore e ad approfondire ancora di più i legami con voi, i miei Amici. Sono grato di poter condividere questi momenti con persone fantastiche come voi, che mi ispirano a vivere la mia vita, il mio cammino pienamente e senza paura del giudizio. Grazie ancora una volta per avermi dato la possibilità di essere così naturale, così vero e di imparare tanto da Voi, dal più piccolo al più grande. Spero di poter continuare a rinnovare a dire questo sì al mio cammino, perché ne vale davvero la pena.

MIHAI R. (16 anni)
Dire che questa vacanza mi sia piaciuta sarebbe troppo scontato. Le scorse vacanze le avevo vissute bene ma in questa c’è stato un qualcosa che nelle altre non ho trovato, sarà perché forse sono stato abbracciato da questa fraternità, da questa compagnia… Questa vacanza per me è stata entusiasmante, emozionante a tratti anche toccante: ho fatto amicizia con molti ragazzi di qualunque età più di quanti non ne avevo conosciuti gli scorsi anni e non ho mai aperto il telefonino: ai messaggi che mi arrivavano la mattina io rispondevo solo la sera questo perché ogni istante della mia giornata è stato veramente intenso e io mi sono goduto ogni momento. Spesso invece quando sto a casa passo il tempo sul letto a fissare l’orologio sapendo di aver buttato al vento l’ennesima giornata. Ora non sono triste perché è finita la vacanza, ma io sono contento di averla vissuta. Grazie di tutto

LILIANA P. (17 anni)
L’esperienza vissuta è stata bella. Mi ha aiutato a conoscere meglio Gesù, a mettermi in gioco, a conoscere amici nuovi. Ho capito meglio, come dice il Papa e come Nicolino ci ha aiutato a comprendere, cosa significa che il cuore non si può “photoshoppare”. Grazie amici per quello che avete fatto e detto. Io ringrazio Federica, Erika, Don Armando, Gianluca, Simona, Andrea, Milena e ciascuno perché ho fatto un cammino bellissimo. Ringrazio anche gli arbitri e il corpo di ballo... ciascuno!

GIORGIA G. (14 anni)
Spesso mi sento triste e non accettata. Ma non qui, in questo posto tutte le mie insicurezze, le mie paure sono accettate. In questa vacanza, sono stata aiutata da molte persone. Loro hanno tirato fuori la vera me facendomi capire che tutte le mie insicurezze sono una “risorsa”. Mi sono coinvolta, cercando di non perdere il mio umano per non rimpicciolire il mio cuore che già da tempo non mi faceva stare tranquilla chiedendomi sempre di più, ma io non volevo dimostrarmi debole. Voglio ringraziare soprattutto i ragazzi del ballo che mi hanno fatta sentire accolta e accettata nonostante fossi più piccola. Grazie a tutti per avermi aiutata a crescere.

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ALESSANDRO P. (16 anni)
In questa vacanza studenti credo di essermi aperto e di aver accolto molto di più le provocazioni che ci sono state fatte in questi giorni. Un esempio banale è quando ho letto la prima lettura a messa, cosa che 2 o 3 anni fa non avrei mai fatto per la paura di essere giudicato. Grazie a questa vacanza però, e grazie soprattutto all'aiuto di alcuni amici ho imparato che in questa compagnia non ci sono persone che giudicano, ma solo amici che accolgono le nostre preoccupazioni e ci aiutano a superarle. Credo di essere riuscito di vivere al meglio questa vacanza e di esserci stato nel modo più aperto possibile. Grazie a tutti per avermi aiutato in questo cammino che spero sia il più lungo possibile.

STEFANO C. (16 anni)
Parto col dire che sono arrivato a questa vacanza con una consapevolezza quasi scontata che sarebbe stata una vacanza come le altre, dove avremmo fatto le solite cose, ai soliti orari, ma invece mi sono sbagliato fortunatamente. L'esperienza che più mi ha segnato è stato il cammino di giovedì quando c’era tanto vento, perché lì ho visto che la vita non è scontata e può finire da un momento all'altro. Quella paura ci ha legato l'uno all'altro anche fisicamente; anche nella vita di tutti i giorni, quando hai paura, ti aggrappi alla cosa che hai più vicina. La paura della morte ci rende fragili e indifesi e quindi in quel momento non ho esitato a fare quel che di solito non faccio ovvero chiedere aiuto. Spesso la mia insicurezza di farmi vedere debole, indifeso e fragile mi sovrasta e mi fa mettere una maschera che non vorrei mettere ovvero quella della persona sicura di sé. In realtà sono una persona estremamente timida e giudizi del tipo “asociale” da parte anche di persone che reputo amici, mi fanno male ed è questo che mi ha portato a costruire una maschera per far vedere che sono immune al giudizio della gente, ma grazie a questi amici e a questa compagnia sono riuscito a mettermi a nudo e a confidare cose che non avrei mai detto a nessuno perché reputavo strane. Per esempio mi sono domandato perché non avessi provato niente per la morte di mio nonno. Perché sono così insensibile anche davanti al dolore che ha provato mia madre, che soffriva vedendo mio nonno pian piano spegnersi ? E in questo è stato decisivo anche l'aiuto di Marco Aloisi che mi ha portato a ragionare e a capire che già solo il fatto che mi fossi domandato il perché non ho sofferto mostra in realtà che una reazione l'ho avuta e anche importante… E per finire ringrazio tutti i miei amici Salvo, Matteo, Mihai, Francesco, Andrea, Giovanni Paolo che mi hanno strappato un sorriso anche quando ero distaccato dal resto del mondo, questa è stata la vacanza più bella che abbia mai vissuto perché sono cresciuto a livello umano come non avevo mai fatto.

CHIARA B. (15 anni)
Più di una volta mi sonoarrivate queste domande dai miei amici di Marotta: "Perché vai a sta cosa della Chiesa? Che senso ha, è una scemata,ti annoierai!Ma non andarci, vieni al mare e fregatene, sono robe da bimbini…". Devo dire che, sentendo queste parole, avevo dubitato e non volevo più venire per andare al mare con la comitiva, continuando a vivere la normalità, alzandomi, studiando, andando al mare, uscire ogni giorno e così via… Queste cose mi rendevano felice ma appena finiva tutto io risentivo un vuoto e questo vuoto non l'ho provato stando qua, vivendo tutto quello che abbiamo vissuto, dai giochi tutti insieme, alla messa, al rosario. Durante questi giorni mi sono arrivati spesso messaggi, foto, video degli amici miei che erano al mare e che si divertivano però non ho mai pensato di stare lì perché sapevo che qua la mia felicità aveva un senso, avevo un senso io, mi sentivo concreta, felice. Ringrazio le persone che ho conosciuto e con cui ho legato tanto, un po’ mi dispiacerà lasciarli e tornare a Marotta ma questa volta ci andrò vivendo a pieno gli insegnamenti acquisiti in questa vacanza.

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