A conclusione di questo anno scolastico, con alcuni adulti che particolarmente vivono la responsabilità del cammino studenti, abbiamo proposto ai ragazzi che frequentano le superiori un viaggio a Roma, sulle orme dei primi cristiani. Un itinerario fuori dai tradizionali percorsi turistici, che si è posto fin da subito come una sfida al loro cuore e alla loro ragione, nonché alla libertà di ciascuno, scommettendo sull’attrattiva della bellezza.
Lo studio e l’approfondimento della vita delle prime comunità cristiane, la predicazione e la vita di San Pietro e Paolo a Roma, la conversione degli uomini e delle donne romane, il modo in cui si è diffuso il cristianesimo, è ciò che ha animato inizialmente questa proposta da cui è scaturito il desiderio di andare a rintracciare la presenza delle prime comunità cristiane a Roma. Siamo andati a vedere con i nostri occhi e a toccare con mano i luoghi dove il cristianesimo si è diffuso semplicemente per attrattiva, vivendo una memoria viva di come è accaduta anche a noi la medesima esperienza nell’impatto con una umanità eccezionale che ha ridestato e attratto, appunto, il nostro cuore a Cristo.
La prima tappa sono state le catacombe di Priscilla, luogo di sepoltura dei cristiani che si addentra nelle profondità del tufaceo terreno fuori Roma fino a circa 11 metri. Dei due livelli presenti, solo il primo è visitabile fino a 6 m di profondità. Con le sue circa 40.000 tombe è tra le più grandi catacombe presenti a Roma. Il terreno fu ceduto, in origine, da una matrona romana di nome Priscilla, convertitasi al cristianesimo. Oggi il sito è custodito dalla comunità delle suore benedettine di Priscilla che, insieme ad alcuni laici, svolgono un bellissimo servizio, pieno di amore e passione. Abbiamo colto fin da subito una cura non comune nel guidarci lungo il percorso, cosa che ha sorpreso e colpito anche i ragazzi. Abbiamo ammirato i primi simboli dell’arte cristiana e scoperto che, in realtà, in questi luoghi non si svolgevano nascostamente riti sacri (questo avveniva nelle domus) ma si venivano a commemorare i propri defunti e, in alcuni luoghi deputati, a svolgere delle catechesi. Tra gli affreschi presenti anche le prime rappresentazioni della Madonna con il Bambino e dei Re Magi. È sorprendente pensare che simili affreschi, dopo tanti secoli, si siano conservati fino a noi.
Ci siamo diretti, poi, alla Basilica di Santa Maria Maggiore, una delle quattro Basiliche Papali di Roma, la sola che abbia conservato le strutture paleocristiane. La tradizione vuole che la Vergine stessa abbia indicato il luogo per la sua edificazione, apparendo in sogno a un patrizio, che la finanziò, e al Papa, che ne tracciò il perimetro. Qui, oltre agli splendidi mosaici dorati che la trasformano in un vero e proprio scrigno, è conservata la reliquia della culla di Gesù Bambino e una bellissima icona della Salus populi Romani nella quale i romani vedono la loro Madonna, protettrice della città.
Abbiamo concluso il percorso al Colosseo, anfiteatro dalla capacità di uno stadio moderno, preposto a spettacoli a cui potevano assistere liberamente tutti i romani. Lotte tra i gladiatori, giochi della caccia agli animali come leoni, elefanti, tigri e orsi, vere e proprie battaglie navali, potevano durare giorni se non settimane, per divertire il popolo e ottenere un consenso politico; il Colosseo, però, è stato anche luogo di martirio. Gli imperatori, specialmente nei periodi di maggior persecuzione, usavano far morire i cristiani nell’arena sbranati da feroci animali in segno di dimostrazione, per chi si ribellava o non riconosceva l’autorità assoluta dell’imperatore o si rifiutava di adorare gli dei pagani. Il Papa vive la Via Crucis ogni anno al Colosseo proprio per commemorare il sacrificio di uomini e donne che hanno dato la vita pur di non rinnegare la propria fede, il loro amore a Gesù. Brilla tra tutti la testimonianza delle giovani Perpetua e Felicita, quest’ultima incinta ma che riuscì a partorite prima di morire. Di loro le fonti riportano che andarono incontro al martirio cantando.
“In realtà la bellezza è la grande necessità dell’uomo” (Benedetto XVI) e siccome, come ebbe a dire san Tommaso, la bellezza è lo splendore della verità, questa giornata è stata occasione di vivere questa esperienza. Gesù, vivo e presente in un’amicizia come questa, che ti ha sempre a cuore, in ogni momento (fino a pensare una giornata così, all’altezza del nostro cuore e del nostro desiderio), è stato quello che gli stessi ragazzi hanno attestato nel loro stupore e nella loro curiosità: sì, siamo fatti per la Bellezza!
Simona Cursale