Il magistrato martire della giustizia, ucciso "in odio alla fede" dalla "stidda" il 21 settembre 1990, a meno di 38 anni.
Livatino rivendicava l’unità fondamentale della persona in ogni sfera della vita, tanto personale quanto sociale e politica: "Questa unità Livatino la visse in quanto cristiano, al punto da convincere i suoi avversari che l’unica possibilità che avevano per uccidere il giudice era quella di uccidere il cristiano. Per questo la Chiesa oggi lo onora come martire".