Nell’inferno provocato dal Nazismo, quando la Germania era divisa tra la folle esaltazione della politica nazionalsocialista e il terrore di opporsi al regime, fiorisce un’impensabile realtà tra alcuni giovani universitari e insegnanti, che si ritrovano infiammati dal desiderio di denunciare gli orrori della guerra e dei campi di sterminio sfidando il serrato controllo della stampa e rischiando le severe condanne per chi tentava la libertà di stampa o di parola.
Nell’introduzione alla mostra “La loro vita risuona come il canto di un’umanità nobile. Gli Amici della Rosa Bianca”, leggiamo un brano di Nicolino Pompei tratto dal suo approfondimento “Quello che poteva essere per me un guadagno…”: “L’ambito proprio di verifica della fede in Gesù Cristo non sarà mai nel terreno di un discorso. Nel discorso possiamo anche essere impeccabili, dei maestri, ma la verifica della fede sarà sempre nel rapporto con la realtà, nel nostro umano in rapporto con la realtà, con quello che viviamo, vediamo, tocchiamo, scegliamo, ci rapportiamo... è lì che tutto diventa trasparente e si afferma nella sua verità. Le belle frasi e i bei slogan non reggono più, non reggono mai. Tutta la vita risulta trasparente solo in questo rapporto con la realtà ed è lì che verifichiamo a chi realmente siamo attaccati, chi è tutta la nostra fiducia, la nostra speranza, la nostra carità”.
Nel contesto di uno tra i momenti più bui della storia umana, gli Amici della Rosa Bianca hanno levato la loro voce, hanno parlato, hanno scritto. Ma il loro non è stato un “discorso”: hanno usato la loro ragione, hanno vissuto la loro fede, hanno tessuto la loro amicizia, hanno speso la loro libertà nel rapporto pieno con la realtà, con quella realtà, e hanno mostrato a chi sono stati attaccati, chi era la loro fiducia, la loro speranza, la loro carità. La storia della Rosa Bianca è una storia di ragione e di fede, di amicizia e di libertà. Per questo, la vicenda di questi Amici, in un contesto totalmente diverso, continua a pro-vocare la nostra vita, a destare la nostra ragione, a sostenere la nostra fede, a richiamare la nostra amicizia, a muovere la nostra libertà.
Per questa esperienza, vissuta fino al dono di sé, “la loro vita risuona come il canto di un’umanità nobile”.
Incontro testimonianza tenuto durante il 31° Convegno Fides Vita
Incontro tenuto inoccasione della esposizione della mostra presso la sala consiliare di San Benedetto del Tronto