In questi giorni, fino al 14 ottobre, sarà presentato dalla casa editrice Rizzoli, alla Buchmesse di Francoforte, la Fiera internazionale del libro, “L’infanzia di Gesù” il nuovo libro di Benedetto XVI, terzo volume della trilogia su Gesù di Nazaret, dopo quelli del 2007 e 2011.
Pur non essendo ancora uscito, la Rizzoli ne sta già vendendo i diritti d’autore e sono in via di definizione trattative con editori di 32 Paesi per le traduzioni – dall’originale tedesco - in 20 lingue, tra cui francese, inglese, spagnolo, polacco e portoghese.
In Italia il volume uscirà prima di Natale, in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana.
Scrive il Santo Padre nella premessa, firmata a Castel Gandolfo il 15 agosto e anticipata oggi da Rizzoli, insieme ad alcuni estratti del libro, “Finalmente posso consegnare nelle mani del lettore il piccolo libro da lungo tempo promesso sui racconti dell’infanzia di Gesù. Non si tratta di un terzo volume, ma di una specie di piccola «sala d'ingresso» ai due precedenti”.
Riferisce Radio Vaticana che “Benedetto XVI spiega di aver voluto interpretare ciò che Matteo e Luca raccontano sull’infanzia di Gesù all'inizio dei loro Vangeli. Un’interpretazione che parte da due domande: la prima sul significato del messaggio dei due autori nel loro momento storico, la componente storica dell’esegesi. Poi la seconda domanda, del «giusto esegeta»: «È vero ciò che e' stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda in che modo lo fa?»'”.
Ed ancora su Radio Vaticana “Sono le domande con le quali si apre il libro, che rimandano a quella di Pilato: «Tu, da dove vieni?». La domanda che accompagna la storia dell’uomo di ogni generazione, la stessa che si fecero i sapienti d’oriente, i Magi filosofi e scrutatori di stelle, che tanta parte hanno nel rappresentare l’inquietudine del cuore umano in cerca di quella verità che sola conduce alla gioia profonda”.
Nelle pagine fornite in anteprima, il Papa scrive che “Gesù è nato in un’epoca determinabile con precisione”, “non è nato e comparso in pubblico nell’imprecisato «una volta» del mito". "Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato: l’universale e il concreto si toccano a vicenda”.
Successivamente, si legge che “Maria avvolse il bimbo in fasce”: questa immagine, afferma Benedetto XVI, è “un rimando anticipato all’ora della sua morte”. “Egli è fin dall’inizio l’Immolato”. Il Papa, riprendendo l’interpretazione di Sant’Agostino della mangiatoia, scrive che essa “è il luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento”, ma è laddove giace “Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo, il vero nutrimento di cui l’uomo ha bisogno per il suo essere persona umana”. Ecco allora che “la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l’uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio. Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini”.
Benedetto XVI, introducendoci alle pagine evangeliche dell’Annuncio a Maria, della Nascita o della visita dei Magi, vuole arrivare al presente: l’esegesi di quelle pagine porta all’oggi, ci porta a contemplare anche noi, insieme ai Magi, il Bambino Gesù e sua madre, ad interrogarci sul senso di quell’incontro, a chiederci come una donna possa dire di sì a Dio fidandosi totalmente di Lui.
Dice ancora il Papa: “Sono ben consapevole che questo colloquio nell’intreccio tra passato, presente e futuro non potrà mai essere compiuto e che ogni interpretazione resta indietro rispetto alla grandezza del testo biblico, ma spero che il piccolo libro, nonostante i suoi limiti, possa aiutare molte persone nel loro cammino verso e con Gesù”.
Quindi grazie al nuovo scritto del Santo Padre saremo nuovamente aiutati, nell’imminenza del Natale, a rientrare nel racconto della gioia, di Dio che si fa uomo solo per amore dei suoi figli, chiedendo anche noi di imparare il sì di Maria e di permanere nell’Amore di Gesù verso di noi e verso gli altri.