La promessa dell'alba. Michele Bravi

“La geografia del buio è una stanza dipinta di nero, un mare d’ansia dove annega il pensiero...”

Un'analogia per descrivere la realtà.

14 Luglio 2024

buio

Il brano inizia con questa analogia che il cantante usa per descrivere la realtà. Una realtà definita "buia", cioè senza luce, in contrapposizione alla parola "geografia", associata comunemente al concetto di orientamento (quindi chiarezza e consapevolezza del luogo in cui ci troviamo e della direzione verso cui stiamo andando). Una realtà che, senza una certezza, una strada chiara da percorrere, ritroviamo sempre più simile ad un “mare d’ansia” in cui i nostri pensieri annegano e tutto sembra perdere di senso, di ragione, “fino a che il falso si sovrappone al vero”.

In questo tratto c’è tutta la nostra domanda di senso che abita il cuore dell'uomo.

Emerge in maniera chiara il bisogno di qualcuno che non solo ci accompagni nelle sfide di tutti i giorni, ma che sia anche capace di illuminare, chiarificare e dare senso alla nostra esistenza, al nostro procedere quotidiano che tante volte risulta simile ad un mare in tempesta in cui ci ritroviamo a subire ogni circostanza, non trovando in noi la forza e la capacità di affronto, oltre che apparentemente arresi al fatto che questa vita "per intero, non può essere capita".

"Ma poi la promessa dell’alba si fa più vicina e il buio si scambia con la luce della mattina...”

Nel ritornello della canzone c’è uno snodo, un cambiamento di tono, un imprevisto: inizia ad emergere la luce.La “promessa dell’alba”, che vince sul buio, “si fa più vicina”.

Una luce, una speranza che emerge dal cuore. Da questo cuore che non si arrende, non accetta che il buio abbia l’ultima parola. È come se fosse un presentimento, una voce che ci grida che non siamo fatti per vivere nel buio.

Questa speranza però, se non incontra Chi ne è all’origine e quindi Chi è in grado di farla durare, nel tempo si spegnerà, calerà e tornerà di nuovo l’oscurità.

Rimane, però, che il cuore continuerà a domandare, non può fare a meno di domandare la luce. Perché il cuore è promessa di felicità. E non si arrenderà finché nongodrà continuamente della luce.

alba

"Cosa dunque ci gridano questa avidità e questa impotenza, se non che un tempo ci fu nell’uomo una vera felicità, di cui ora gli restano soltanto il segno e la traccia del tutto vuota, che egli tenta invano di riempire con tutto quanto lo circonda, chiedendo alle cose assenti quanto non ottiene dalle presenti? Aiuto di cui sono tutte incapaci, perché questo abisso infinito non può essere colmato se non da un oggetto infinito". (Blaise Pascal)

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