La data della festa di Pasqua cambia ogni anno. Dipende dalla luna. Fu il Concilio di Nicea, nel 325 d. C., a stabilire che la Pasqua di resurrezione si sarebbe celebrata ogni anno nella prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera ed è sempre compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. Di fatto, ogni anno, nella Settimana Santa, alzando gli occhi al cielo, vediamo sempre la luna piena. Particolarmente la notte tra il giovedì e il venerdì santo guardando la luna possiamo pensare che proprio così deve averla vista Gesù avviandosi dal Cenacolo all’Orto degli Ulivi. Proprio quella stessa luna piena che questa sera illumina il cielo splendeva, ugualmente piena, su Gesù mentre pregava nel Getsemani e quando fu arrestato e condotto dal sommo sacerdote. È un dettaglio, anche banale. Ma è uno di quei particolari che ci fanno percepire l’umanità di Gesù, la Sua incarnazione. E questa stessa luna che illuminò la fuga degli Ebrei dall’Egitto e il passaggio nel Mar Rosso verso la libertà, ora splende su Kiev come su Mosca e in ogni altro luogo del mondo. La stessa luna che vide Gesù. La stessa luna che accompagnò l’inizio della Sua passione che già abbracciava anche noi. Che ogni sguardo possa stanotte levarsi al cielo e dalla luna di Pasqua sentire un richiamo al Mistero, da cui tutto ha origine e dipende e a cui tutto è destinato.