Cento anni fa, le apparizioni di Fatima
da Nel Frammento anno XV n.1/2017
Le apparizioni angeliche. Nelle prime ore di un pomeriggio dell’aprile 1916, presso la grotta di Cabeço vicino Fatima, in Portogallo, tre ragazzini: Lucia Dos Santos, Francesco e Giacinta Marto, dopo aver pregato, videro comparire in lontananza una luce più bianca della neve a forma di giovane. Questa si avvicinò e disse: “Non abbiate paura! Sono l’angelo della Pace, pregate con me: “Mio Dio, io credo adoro, spero e Vi amo, Vi chiedo perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano”. Poi aggiunse: “Pregate così. I cuori di Gesù e Maria stanno attenti alla voce delle vostre suppliche”. Dopo qualche mese, mentre i tre ragazzini stavano presso un pozzo, l’angelo si ripresentò: “Cosa fate? Pregate! Pregate molto! I cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi disegni di misericordia. Offrite costantemente all’Altissimo sacrifici ed orazioni”. Lucia, che aveva quasi dieci anni domandò: “Come dobbiamo sacrificarci?”. L’angelo rispose: “Di tutto quello che potete, offrite un sacrificio in atto di riparazione dei peccati con cui Egli è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori”. “Tali parole” - scrisse Lucia - “s’impressero nel nostro cuore come una luce che ci faceva capire chi era Dio, come ci amava e come voleva essere amato; il valore del sacrificio, e quanto Gli era gradito.” Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre ci fu l’ultima apparizione. Stavolta, l’angelo teneva in mano un’Ostia ed un calice nell’altra mano. L’angelo li lasciò sospesi in aria, si prostrò e pregò: “Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi, e indifferenze con cui Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori”. Dopo, l’angelo si alzò, porse l’Ostia a Lucia; invece a Giacinta e Francesco porse il calice dicendo: “Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato, dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio”. Poi l’angelo si prostrò a terra e per tre volte ripeté: “Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo…”.
La prima apparizione. “Non abbiate paura…” Era trascorso quasi un anno dall’ultima apparizione dell’angelo; il 13 maggio 1917, Lucia, Giacinta e Francesco, stavano giocando. Nel cielo videro baluginare lampi di fulmini; cercarono di ripararsi e mentre passavano accanto ad un leccio, videro “una bella Signora vestita di bianco, tutta luminosa, emanante una luce sfolgorante”. Ella disse: “Non abbiate paura, non vi farò del male”. Lucia le chiese da dove fosse venuta e perché fosse giunta fin lì. La Signora rispose che veniva dal cielo e chiese di tornare lì il giorno tredici di ogni mese dei sei mesi successivi. L’ultimo dei sei, mesi si sarebbe rivelata e avrebbe manifestato la sua richiesta. Alla domanda di Lucia se anche lei e i cugini sarebbero stati accolti in cielo rispose di sì. Poi la Signora aggiunse: “Volete offrire a Dio tutte le sofferenze che Egli desidera mandarvi, in riparazione dei peccati dai quali Egli è offeso, e per domandare la conversione dei peccatori?”. Lucia replicò: “Si lo vogliamo”. La Signora soggiunse: “Allora dovrete soffrire molto, ma la Grazia di Dio sarà il vostro conforto”. Intanto, ricorda Lucia nelle sue Memorie, “Mentre pronunciava queste parole, aprì le mani comunicando una luce intensa, una specie di riflesso che da esse usciva e ci penetrava nel petto, nel più intimo dell’anima facendoci vedere noi stessi in Dio, che era quella luce”. Successivamente, la Signora pian piano si allontanò camminando attraverso il cielo.
La seconda apparizione. “Il mio Cuore immacolato sarà il tuo rifugio”. Il 13 giugno, i tre pastorelli tornarono alla Cova d’ Iria. Stavolta li seguiva una sessantina di persone. Dopo che ebbero recitato il Rosario, la Signora apparve di nuovo. Anche allora Lucia chiese se lei e i suoi cugini sarebbero stati portati in cielo. Le fu risposto che i suoi cugini ci sarebbero andati prima di le; lei invece ci sarebbe andata qualche tempo dopo perché: “Gesù vuole servirsi di te per farMi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato”. Allora Lucia domandò: “Resterò qui da sola?”. Le fu risposto: “No figlia, e tu ne soffri molto? Non ti scoraggiare. Io non ti lascerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà fino a Dio”. Anche stavolta, come nella precedente apparizione, mentre presentava i dolori che avrebbero patito, le sue mani si aprirono, Lucia, Francesco e Giacinta furono avvolti dalla luce riflessa dalle mani della Signora luminosa. Nel palmo della sua mano destra, tre cugini distinsero un Cuore coronato di spine...
La terza apparizione. “Gesù mio, perdonate le nostre colpe, liberateci dal fuoco dell’inferno…” Questa apparizione avvenuta il 15 luglio, fu preceduta da fatti dolorosi che provarono duramente i tre ragazzini. Stavolta, al seguito dei cugini vi erano più di duemila persone. Dopo che ebbero pregato il Rosario, la Signora apparve. Lucia le chiese cosa avesse voluto. La Signora celeste, rispose che avrebbero dovuto continuare a ritornare lì nei mesi a seguire. La particolarità di questa apparizione, riferisce Lucia è che la “Celeste Visione” aprì ancora le mani, ne uscì un raggio di luce, che penetrò nella profondità della terra. I tre ragazzini videro “un mare di fuoco. In quel fuoco videro immersi, i demoni e le anime fluttuavano trasportati dalle fiamme. Contemporaneamente si udivano grida di dolore e disperazione…”. Subito dopo, fu detto loro: “Avete visto l’inferno, dove cadono le anime dei peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel modo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che io dirò, molte anime si salveranno e avranno la pace”. La Signora soggiunse: “Quando recitate il rosario, dite alla fine di ogni decina: «Gesù mio, perdonate le nostre colpe; preservateci dal fuoco dell’inferno; portate in cielo tutte le anime e soccorrete specialmente le più bisognose della Vostra misericordia»”.
La quarta apparizione. “L’aspetto triste della Signora”. Il 13 agosto non ci fu l’apparizione, dato che il sindaco del paese fece arrestare i tre ragazzi per qualche giorno. L’apparizione invece avvenne il 19 agosto: Lucia, Francesco e Giacinta improvvisamente videro la Signora nei pressi di Valinhos; Ella volle placare la loro angoscia per essere mancati all’appuntamento del 13 alla Cova. In quest’occasione, la Donna Celeste chiese che fosse eretta una Cappella sul luogo delle apparizioni con le offerte lasciate dai pellegrini. Prima di congedarsi da loro, la Signora con aspetto triste disse: “Pregate, pregate molto; e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’inferno, perché non c’è chi si sacrifichi e interceda per loro”.
La quinta apparizione. “Continuate a recitare il Rosario”. Il 13 settembre la Signora apparve di nuovo ai tre pastorelli, insieme a loro c’erano circa 30.000 persone; anche stavolta la Celeste Signora li esortò: “Continuate a recitare il Rosario per ottenere la fine della guerra. In ottobre verrà anche il Signore, la Madonna Addolorata, la Madonna del Carmine, San Giuseppe col Bambino Gesù per benedire il mondo. Dio è contento dei vostri sacrifici, ma non vuole che dormiate con la corda (una fune con cui i tre ragazzini si stringevano i fianchi per procurarsi dolore ed offrirlo per la conversione dei peccatori, n.d.r.)”.
La sesta apparizione. “Io sono la Signora del Rosario…” Il 13 ottobre 1917 alla Cova d’Iria si erano radunate circa 70.000 persone giunte da tutto il Paese; fra questi vi erano anche giornalisti e fotografi della stampa nazionale ed internazionale. Quel giorno era particolarmente scuro, freddo e pioveva abbondandemente. Appena apparve la Signora, Lucia le domandò come altre volte: “Signora, chi siete e cosa volete da me?”. La risposta fu sorprendente: “Voglio che facciano una cappella in Mio onore; che sono la Madonna del Rosario; che continuino sempre a dire il Rosario tutti i giorni. La guerra finirà e i soldati torneranno presto alle loro case; gli uomini non devono offendere il Signore che è già troppo offeso”. La Madonna del Rosario aprì le mani e lanciò un raggio di luce in direzione del sole. Mentre Lei si elevava verso il cielo, i tre veggenti videro accanto al sole: Gesù Bambino, San Giuseppe e la Madonna vestita di bianco con un manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino sembravano benedire il mondo con alcuni gesti in forma di croce. Poco dopo racconta Lucia stessa, “svanita questa apparizione, vidi il Signore e la Madonna, che mi pareva la Madonna Addolorata. Il Signore sembrava benedire il mondo, nello stesso modo di San Giuseppe. Sparì questa visione e mi parve di vedere di nuovo la Madonna, con aspetto simile alla Madonna del Carmine”. Alla fine delle apparizioni il sole mutò d’aspetto “diventando un disco d’argento opaco che non riscaldava, non offuscava”. Quando tutto terminò, i presenti che ormai avevano gli abiti impregnati di pioggia, si ritrovarono improvvisamente e inspiegabilmente asciutti.
Francesco, Giacinta e Lucia. Alla fine del 1918 Francesco si ammalò di una terribile forma di broncopolmonite. Durante la malattia Francesco si mostrò sempre allegro e contento. Nel febbraio 1919 le sue condizioni peggiorarono. Il 4 aprile, dopo aver pregato il Rosario con Giacinta, fece chiamare Lucia, la salutò dicendole che l’avrebbe rivista in Cielo. Poi disse alla madre: “Guarda, mamma, che bella luce là, vicino alla porta!”. Il suo volto si illuminò di un sorriso e spirò. Erano le 22.00. Francesco non aveva ancora undici anni. Il 13 maggio 2000 fu proclamato beato dall’allora pontefice Giovanni Paolo II.
Giacinta morì il 20 febbraio 1920 a nove anni e undici mesi. Giacinta Marto è la più giovane dei beati proclamati da Giovanni Paolo II. Nel decreto proclamante le virtù eroiche dei due giovani pastorelli di Fatima, la Chiesa afferma che anche i bambini possono percorrere in pienezza la via della santità.
Lucia restò ad Aljustrel fino al 17 giugno 1921, quando partì per Oporto, dove fu ricevuta come alunna interna nel Collegio delle Suore Dorotee. Il 24 ottobre 1925 fu ammessa come postulante nel convento della stessa Congregazione a Tuy in Spagna. Il 13 maggio 1949, suor Lucia vestì l’abito di Santa Teresa d’Avila e il 31 maggio 1949 fece la professione come carmelitana scalza. È vissuta nel Carmelo di Coimbra, appartata e silenziosa per ben cinquantasette anni, rispondendo solo alle richieste di chiarimenti e precisazioni del vescovo e dei papi. È morta a novantotto anni il 13 febbraio 2005. L’anno dopo, il 19 febbraio 2006, la sua salma è stata trasferita con grande partecipazione di popolo, nella Basilica della Vergine di Fatima; lì riposa accanto a Francesco e Giacinta.
Pellegrinaggio del Santo Padre
Canonizzazione dei Beati Francisco Marto e Jacinta Marto