“Un anno fa, nel mio pellegrinaggio nel martoriato Iraq, ho potuto toccare con mano il disastro causato dalla guerra, dalla violenza fratricida e dal terrorismo, ho visto le macerie delle case e le ferite dei cuori, ma anche semi di speranza e di rinascita. Mai avrei immaginato allora di veder scoppiare un anno dopo un conflitto in Europa”. Questo è l’incipit del libro di Papa Francesco intitolato “Contro la guerra – Il coraggio di costruire la pace”, edito da Solferino, uno strumento importante per avvicinarsi al magistero del Pontefice e per riflettere su quanto sta accadendo intorno a noi, a cominciare dalla guerra in Ucraina.
Se infatti, di fronte a quel conflitto, è rimasto sorpreso il Papa, tanto più siamo sconcertati noi uomini della strada, per grazia di Dio nati e cresciuti in un’epoca di pace, garantita anche dall’esistenza di organizzazioni sovranazionali come l’Unione Europea, che – per la lungimiranza di grandi uomini come De Gasperi, Adenauer e Schumann – hanno “federato” popoli e governi che per secoli si sono combattuti (la storia dei rapporti franco-tedeschi sta lì a dimostrarlo). Francesco della guerra parla fin dall’alba del Pontificato. E con un'espressione che, come è tipico del suo linguaggio colorato da metafore, all’inizio ha fatto fare un salto sulla sedia a più di qualcuno (…)