Nel suo primo concistoro ordinario pubblico Papa Francesco ha annunciato con gioia ai cardinali presenti che il 27 aprile 2014 si sarebbe celebrata la canonizzazione dei beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. La data scelta non è casuale: in questo giorno la Chiesa celebra la festa della Divina Misericordia istituita proprio da Giovanni Paolo II. Inoltre non è ugualmente casuale la scelta di volerli canonizzare insieme; difatti quel rinnovamento voluto dal Concilio Ecumenico Vaticano II, indetto da Giovanni XXIII, ha aperto la strada ai successivi pontificati, in particolare a quello di Giovanni Paolo II, che tale rinnovamento ha portato avanti nel suo lungo pontificato.
Papa Francesco si rivolge teneramente alla persona del suo predecessore Roncalli descrivendolo la sua semplicità come quella “del prete di campagna, il prete che ama e sa curare ognuno dei fedeli e questo lo ha fatto da vescovo e da nunzio… Giovanni XXIII era un uomo docile alla voce di Dio, perché il Concilio gli è venuto dallo Spirito Santo, gli è venuto e lui è stato docile”.
Scriveva in una lettera ai bergamaschi proprio per questa occasione. “Vi invito a ringraziare il Signore per il grande dono che la sua santità è stata per la Chiesa universale, e vi incoraggio a custodire la memoria del terreno nel quale essa è germinata: un terreno fatto di profonda fede vissuta nel quotidiano, di famiglie povere ma unite dall’amore del Signore, di comunità capaci di condivisione nella semplicità… Sono certo che anche la società civile potrà sempre trovare ispirazione dalla vita del Papa bergamasco e dall’ambiente che lo ha generato, ricercando modalità nuove ed adatte ai tempi per edificare una convivenza basata sui valori perenni della fraternità e della solidarietà”.
Il Santo Padre ha, poi, parlato di Giovanni Paolo II, come di “ un grande missionario della Chiesa”, il Papa che nel 1992 lo nominò vescovo ausiliare di Buenos Aires, nel 1998 arcivescovo della capitale argentina e nel 2001 lo creò cardinale. “Giovanni Paolo II è un missionario, un uomo che ha portato il Vangelo dappertutto. Viaggiava tanto. Sentiva questo fuoco di portare avanti la parola del Signore. È un san Paolo, è un uomo così; questo per me è grande”.
In una lettera ai fratelli polacchi scrive: “Sono grato a Giovanni Paolo II, come tutti i membri del Popolo di Dio, per il suo instancabile servizio, la sua guida spirituale, per aver introdotto la Chiesa nel terzo millennio della fede e per la sua straordinaria testimonianza di santità… Con la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, accompagnata da una grande carica umana, questo esemplare figlio della Nazione polacca ha aiutato i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. In una parola: ci ha aiutato a non avere paura della verità, perché la verità è garanzia della libertà’ (Omelia, 1 maggio 2011). Mi identifico pienamente con queste parole”.
In giugno il Pontefice ha approvato il miracolo, attribuito all'intercessione del Beato Giovanni Paolo II (si tratta della guarigione di una signora del Costa Rica, Floribhet Mora, inspiegabilmente risanata da una paralisi cerebrale il primo maggio 2011, giorno della beatificazione di Wojtyla) e ha dispensato Giovanni XXIII dal processo relativo a un secondo miracolo dopo quello che ha portato alla beatificazione del 2000 (la grazia concessa a suor Caterina Capitani guarita inspiegabilmente il 25 maggio 1966 a dalle conseguenze di una grave emorragia dopo che, oltre un anno prima, era stata sottoposta ad una resezione gastrica quasi totale).
Papa Francesco ha deciso questa dispensa essendo così radicata e diffusa la fama della santità di Roncalli. Secondo il postulatore della causa, il francescano fra Giovangiuseppe Califano, la decisione «è il segno che il ricordo di Giovanni XXIII - il Papa che 50 anni fa ha convocato il Concilio Vaticano II - è sempre vivo in tutto il mondo. Anche se non viaggiò mai Oltreoceano, sappiamo che spesso inviò radiomessaggi ai Paesi dell'America Latina, si interessò dei problemi di quelle genti grazie anche ai missionari e alle nunziature. E poi sicuramente ci furono contatti con la presidenza degli Stati Uniti, testimoniata anche dal fatto che Giovanni ricevette fra gli altri la moglie di Kennedy, Jacqueline, e il presidente Lyndon Johnson».
Per quanto riguarda la canonizzazione di Papa Wojtyla, essa avviene a meno di dieci anni dalla sua morte, come è accaduto solo per Sant'Antonio da Padova.
Anche su questo importante evento, infatti, la linea di Francesco è la stessa di Benedetto XVI che aveva concesso la dispensa papale, evitando un'attesa di cinque anni per l'inizio della causa, aperta dal cardinal Camillo Ruini, allora vicario di Roma, già nel giugno del 2005.
Ringraziamo il Signore per averci donato questi due grandiosi testimoni, due veri uomini di Dio che con ardore e passione hanno desiderato far conoscere al mondo l’Amore di Dio e la gioia di essere cristiani.
Due occhi e un sorriso
Giovanni XXIII: il Papa buono
A te sempre giungo
Il percorso poetico di Giovanni Paolo II