"L'ho conosciuto solo fugacemente quando è venuto a trovarmi prima del mio viaggio in Congo - ha ricordato l'Arcivescovo di Milano Marco Delpini in seguito alla morte dell'Ambasciatore Luca Attanasio -, ma soprattutto ho avuto la testimonianza dei nostri missionari, della gente che ho visto in Congo che sentivano in lui un alleato per tutte le opere di solidarietà e di promozione umana che caratterizzano in generale la presenza delle nostre comunità cristiane".
“Con dolore ho appreso del tragico attentato avvenuto nella Repubblica Democratica del Congo, nel quale hanno perso la vita il giovane ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere trentenne Vittorio Iacovacci e il loro autista congolese Mustapha Milambo”. Si apre con queste parole il messaggio di cordoglio di Papa Francesco indirizzato al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Il Pontefice ha espresso il suo cordoglio ai familiari delle vittime, al corpo diplomatico e all’arma dei carabinieri “per la scomparsa di questi servitori della pace e del diritto”. Il Papa, in maniera particolare, ha poi ricordato “l’esemplare testimonianza del signor ambasciatore, persona di spiccate qualità umane e cristiane, sempre prodigo nel tessere rapporti fraterni e cordiali, per il ristabilimento di serene e concordi relazioni in seno a quel Paese africano”. Come pure “quella del carabiniere, esperto e generoso nel suo servizio e prossimo a formare una nuova famiglia”. “Fare l’ambasciatore è un po’ come una missione”, sono invece le parole di Luca Attanasio nel discorso in occasione del conferimento del premio internazionale Nassiriya per la Pace, ricevuto lo scorso 12 ottobre a Camerota (Salerno). "Quando sei un rappresentante delle istituzioni hai il dovere morale di dare l’esempio. Tanti sono gli appelli internazionali affinché possa esserci la pace in quelle regioni e il ruolo dell’ambasciata è innanzitutto quello di stare vicino agli italiani in Congo, che non sono soltanto missionari: ci sono, infatti, anche dei laici che dedicano la loro vita, magari medici, che vivono con 80 dollari al mese. Lo fanno per servizio, per operare e insegnare nella foresta. Il mio impegno personale è ben poco rispetto a quello che fanno questi nostri connazionali”. Il premio, a cadenza annuale, era stato conferito all’ambasciatore “per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli” e “per aver contribuito alla realizzazione di importanti progetti umanitari distinguendosi per l’altruismo, la dedizione e lo spirito di servizio a sostegno delle persone in difficoltà”.
Secondo le prime risultanze almeno sei uomini, armati di fucili e machete, avrebbero fermato il convoglio dell’Onu, su cui viaggiava Attanasio col suo seguito. Poi avrebbero condotto nella boscaglia, dopo aver ucciso l’autista, l’ambasciatore e il carabiniere per colpirli a morte. Nel raid sarebbero state rapite altre tre persone. Il Congo nord-orientale, regione ricchissima di materie prime, ma poverissima dal punto di vista delle condizioni sociali, è da anni un territorio fuori del controllo del governo centrale di Kinshasa. Vi operano gruppi di diversa provenienza, congolesi e dei Paesi limitrofi. Si sostentano attraverso rapimenti e relativi riscatti, addirittura imponendo tasse illegali alla popolazione locale. In particolare il Nord Kivu patisce le conseguenze più drammatiche di questa situazione. Uno scenario ideale per la consumazione dell’eccidio. “Quando i riflettori si spengono, calano il buio e il silenzio, sono dimenticati onori e clamori e perde interesse la cronaca, ognuno sta solo davanti al Signore. Rimangono solo le sue e le nostre parole”. É così che l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, che ha presieduto il rito delle esequie di Luca Attanasio, ha immaginato il dialogo tra l’ambasciatore e il suo Signore". Pubblichiamo il testo dell'omelia integrale dell'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, al funerale di Luca Attanasio. E ci uniamo a Papa Francesco che ci ha esortato a confidare “nella provvidenza di Dio, nelle cui mani nulla va perduto del bene compiuto, tanto più quando è confermato con la sofferenza e il sacrificio”, elevando dietro a lui “preghiere di suffragio per il riposo eterno di questi nobili figli della nazione italiana”.