NUMERO 3 / ANNO 2021
Un segno della Sua Amicizia
All’inizio la nostra compagnia è nata dall’incontro e dal coinvolgimento di Nicolino con tanti giovanissimi ragazzi e ragazze. Oggi è una cattolica compagnia fatta di uomini e donne, bambini, giovani, anziani, famiglie, sacerdoti e laici consacrati, comunque uomini e donne – come disse Nicolino al Vescovo Bresciani nel nostro primo incontro con lui, poco dopo il suo insediamento in diocesi. Il fatto che oggi siamo un popolo non deriva solo dall’essere cresciuti anagraficamente, dall’essersi sposati e dall’aver formato famiglie nostre, ma è frutto anche dell’adesione al nostro cammino da parte di persone che ci hanno incontrato da adulte.
Nei primissimi anni della nostra storia, alcuni genitori di quei ragazzi che dietro a Nicolino l’hanno iniziata, hanno accolto questa realtà che stava crescendo, non solo come un dono per i propri figli, ma come una chiamata per sé. Tra questi a Palermo c’è stata Nenè, una donna già anziana quando ha conosciuto Nicolino nel 1994, che nella sua casa ha rinnovato quella dinamica di apertura e accoglienza di Gesù, che nel Vangelo vediamo in Marta e Maria, e poi in Lidia, in Aquila e Priscilla e in molti altri uomini e donne semplici. Mai è scontato che una persona apra la propria casa e la propria famiglia a degli estranei, ma ancor meno lo è quando si è più avanti con l’età e in un contesto culturale e sociale come quello palermitano degli anni Novanta. Era la fede che muoveva Nenè ad accogliere a casa sua non solo Nicolino ma chiunque della nostra compagnia arrivasse a Palermo. In quella che un tempo era la camera dei suoi figli, abbiamo davvero dormito un po’ tutti, accolti da lei con tanta gratitudine perché riconosceva nella nostra presenza un aiuto al rapporto con Gesù per lei, per la sua famiglia e per la compagnia di Palermo. Il suo terrazzo d’estate e la sua cucina d’inverno sono stati luoghi di tanti incontri e di tanti dialoghi importanti vissuti a pranzo o a cena. E lei cucinava sempre per tutti, avendo la cura di far assaggiare i piatti tipici palermitani anche quando eravamo tanti e sarebbe stato più facile sbrigarsela con qualcosa di veloce. A Nicolino aveva consegnato proprio le chiavi di casa, lasciandogliela a completa disposizione quando era lì. Sono gesti che non s’inventano e che ci hanno fatto proprio vedere nel tempo la stessa dinamica delle donne che il Vangelo ci descrive alla sequela e al servizio di Gesù e dei Suoi primi amici.
Come è accaduto con Nenè a Palermo, abbiamo visto tanti altri adulti, anche molto anziani, seguire Nicolino come un padre, seppur tanto più giovane di loro. Nel tempo, i suoi stessi genitori hanno sempre di più accolto il dono di Fides Vita nella loro famiglia e la loro casa è diventata, fino agli anni della malattia, una vera e propria comunità che per tutti resta un segno splendente dell’amicizia di Cristo e della carità. Particolarmente struggente è stato Giovanni, il professor Pompei, che del suo terzogenito Nicolino ha anche saputo sorprendentemente esserne figlio nel cammino, restando comunque sempre padre, fino all’ultimo. Era conosciutissimo a San Benedetto del Tronto non solo per la famiglia da cui proveniva ma anche per aver insegnato matematica e scienze a tante generazioni e per aver segnato la vita della diocesi e della città con il suo impegno vissuto sempre con intelligenza, dedizione, simpatia e profonda carità. Considerando la personalità che lo ha caratterizzato e la storia che ha vissuto, è stato ancor più sorprendente vederlo diventare uno dei più innamorati del nostro carisma e della nostra compagnia, che sentiva sua così come sentiva figli e amici ciascuno di noi, ciascuno della compagnia.
In questi ultimi mesi si è compiuto il cammino terreno sia di Nenè che di Giovanni; salutarli è stata una preziosissima occasione di memoria e di gratitudine per la testimonianza che ci hanno donato. Diversissimi per storia, cultura e personalità sono per noi un segno tenerissimo e forte dell’unità e della comunione che solo l’operare della Grazia sa generare. Un segno struggente e certissimo di quella stessa domanda e affermazione di Pietro, che sono a tema del nostro 31° Convegno e in cui tutti chiediamo di ritrovarci: “Signore, da chi andremo? Solo tu hai parole di vita eterna”.
Barbara Braconi
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