nel frammento

NUMERO 2 / ANNO 2022

Continua a mostrarsi Vivo

di Barbara Braconi

Non farà notizia eppure è un segno di sicura speranza, qualcosa e qualcuno che, in mezzo all’inferno, non è inferno. L’ho pensato ogni volta che, in questi giorni, tra le innumerevoli notifiche che mi arrivano al cellulare, ricevevo foto e messaggi dagli amici in vacanza con gli studenti della nostra compagnia. Quelli delle medie prima, e quelli delle superiori poi. La Guerra, il Covid, i risultati delle prove INVALSI, la separazione di Francesco Totti e Ilary Blasi, le affluenze ai concerti estivi, i voti alla maturità, l’annegamento di un papà e del figlioletto a Fano, l’innalzamento delle temperature e la siccità, la tragedia della Marmolada, i genitori che chiedono ragione dei voti dei figli un mese dopo aver ricevuto la scheda di valutazione, la quarta dose del vaccino, la badante che cerchi… In una parola la vita, dalle grandi “cose” a quelle apparentemente più piccole e banali. Nel tutto arrivavano i messaggi e le foto dei vari momenti vissuti a Nocera Umbra, una “sconosciuta” località del centro Italia, che risuona come un’attuale Cafarnao. Sì, tante volte ci penso: mentre la vita del mondo continuava come se nulla fosse, Gesù, duemila anni fa, era lì, su quelle strade, in quella terra, tra quella gente. E quella Sua Presenza era decisiva per ciascuno, anche per chi non lo sapeva. E lo sarà per sempre e per tutti.

Sessanta ragazzi al primo turno e cinquanta al secondo: che sono rispetto al mondo? Sorrisi, lacrime, abbracci, passi, sguardi. Che c’è di diverso? Dove sta la novità? Vent’anni fa avrei detto che tanti, forse tutti, vanno in vacanza, giocano, cantano, camminano in montagna, mangiano… Oggi non è più vero neppure questo, perché moltissimi ragazzi passano le giornate attaccati ad uno schermo, sia in casa che fuori, sia quando sono da soli che quando stanno insieme. È così difficile vederli alzare la testa, lo sguardo, che risulta eccezionale vederli correre, sorridere, giocare, ascoltare, vivere il silenzio, ammirare un panorama... Già questa effettivamente è una differenza. Ma c’è dell’altro, molto di più: in quelle stesse cose che fanno anche gli altri, si vede la presenza del Nazareno, che ancora una volta passa e ripassa nelle nostre piazze, come duemila anni fa. É qui la differenza, nella Sua presenza, nella Sua carezza, nella Sua voce, nelle Sue parole. E cambia tutto. Per questo una vacanza così porta la Speranza, porta la Salvezza non solo per chi ha la Grazia di viverla direttamente ma anche per chi, come me, ne riceve le foto e anche per chi, forse, nemmeno ne saprà mai nulla. “Non riesco a trattenere la commozione per la crescente consapevolezza del fatto che il Signore Iddio abbia scelto me, ciascuno di noi, una ‹‹scalcagnata›› e misera compagnia umana come la nostra, per continuare a mostrarsi vivo, presenza viva, incontrabile e sperimentabile dal cuore e dalla carne di ogni uomo, nel tempo e nello spazio attuale di ogni uomo; per continuare a mostrarsi risposta presente e contemporanea all’assoluto esigenza del cuore di ogni uomo, al suo più profondo bisogno; per continuare a mostrarsi risposta viva e vincente dentro qualsiasi condizione drammatica possa segnare la vita di un uomo” (Nicolino Pompei, Questa vita che ora io vivo nella carne la vivo nella fede del Figlio di Dio). Anche ricevendo delle foto e dei semplici messaggi che portano la Sua presenza viva ci si può ritrovare a darGli spazio e a farlo durare, a lasciare che duri nella propria vita, nella propria giornata, in tutto. È questo che fa la differenza. È questa la novità. Anche per chi ancora non lo sa e prego lo sappia, lo cerchi e sappia riconoscere chi e che cosa, dentro l’inferno, non è inferno. E lo sappia accogliere, e lo sappia far durare.

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