NUMERO 1 / ANNO 2018
IL MAESTRO È QUI
Questi ultimi mesi sono stati segnati per noi da molti lutti, alcuni preparati dalla malattia, altri improvvisi ed imprevedibili. Amici e parenti hanno compiuto il loro cammino, costringendoci a riconsiderare che il tempo di questa vita terrena è limitato. Al momento della sepoltura, soprattutto in due occasioni, mi è accaduto di sentire particolarmente l’urto di quella pietra fredda, gelida e grigia, che il colore di nessun fiore potrà mai rallegrare a sufficienza. Il rumore della cazzuola sul cemento da stendere,ha risuonato nel silenzio, come un gesto irrimediabile. Può la vita finire chiusa lì dentro? – è la domanda che emerge da ogni cuore umano, è la speranza di una risposta che corrisponda pienamente a questo grido. Come è facile ritrovarsi nelle parole del Papa che ci accompagna a guardare le donne che tornano al sepolcro all’alba della domenica: “Possiamo immaginare quei passi…: il tipico passo di chi va al cimitero, passo stanco di confusione, passo debilitato di chi non si convince che tutto sia finito in quel modo… Possiamo immaginare i loro volti pallidi, bagnati dalle lacrime… E la domanda: come può essere che l’Amore sia morto?” (Papa Francesco, Omelia del 15/04/17). Possiamo immaginare quel grido di Marta che mandò a dire a Gesù che Lazzaro stava morendo. E possiamo immaginare quando Gli corse incontro e sbottò dicendo: “Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. E possiamo facilmente immaginarla tornare dalla sorella Maria per annunciarle: “Il Maestro è qui” (cfrGv 11,1-53). La differenza sta proprio nella certezza che Lui sia qui. “Non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui e non poterlo fare” (Papa Francesco, Evangeliigaudium).
Nella Sua compagnia “tutto emerge come occasione e strada”. Tutto, perfino la morte, come scriveva Nicolino in un volantino del 1995 che vi invito a riprendere (cfr Quando la morte diventa un’occasione in www.fidesvita.org). “Solo nella compagnia di Cristo, nell’esperienza di contemporaneità con la sua presenza, anche dentro mille fatiche, errori, paure e contraddizioni, tutto quello che siamo, quello che ci accade di vivere o che siamo chiamati a vivere tutta la realtà segnata da una molteplicità di circostanze, fattori, rapporti… l’amore alla propria donna, al proprio uomo, i figli, il lavoro, il dolore, la malattia… tutti gli istanti anche quelli più banali, tutto, ma proprio tutto – perfino la morte di persone carissime – è pienamente abbracciato, veramente spiegato, riconosciuto nel suo vero e pieno significato. È veramente amato, posseduto, sopportato e sopportabile, affrontato e affrontabile, possibile e resistente; ragionevole e libero, totale e compiuto. Tutto emerge come occasione e strada. Nella sua vera ed unica ragione, nel suo vero ed unico destino” (Nicolino Pompei, Senza di Me non potete fare nulla). Grazie a Dio, è Pasqua! Non abbiate paura, è risorto come aveva promesso! Il Maestro è qui! Il Signore è vivo!
Barbara Braconi
IL SIGNORE È VIVO
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