NUMERO 1 / ANNO 2013
Quel “prima” di cui solo Dio è capace
Il sopraggiungere della Quaresima - quest’anno così vicina al Natale - mi fa risorprendere innanzitutto la fedeltà dell’Amore di Dio per me, che sempre e comunque mi precede e mi accompagna. Prima che io lo domandi, prima che io prenda coscienza del mio bisogno, prima che io gridi… già Dio mi precede, già è presente, già mi raggiunge, già mi ascolta. “Prima di formarti nel grembo materno, – riferiva Geremia in una lettura di questi giorni – ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato” (Ger 1,4). C’è un “prima” di cui solo Dio è capace. È la stessa esperienza che sorprende e attira Zaccheo, quando si sente raggiunto dallo sguardo di Gesù che lo precede e, chiamandolo per nome, gli rivela di conoscerlo e amarlo da sempre. Questo “prima” mi commuove particolarmente e lo ritrovo vero anche nel tempo liturgico della Chiesa che con fedeltà mi accompagna, mi richiama e mi sostiene nel tempo della mia vita. Proprio pochi giorni fa, in una serata di festa per il compleanno di un amico carissimo, concludendo con il canto “Come è grande”, mi ritrovavo a commuovermi alle parole tante volte cantate ma mai così sentite: “Come un’alba nuova sei venuto a me, la forza del Tuo braccio mi ha voluto qui con Te”. La forza di questa iniziativa, la forza di questo Amore è sempre più grande grande e più fedele di ogni mia domanda e aspettativa. “Quando eravamo ancora peccatori – testimonia san Paolo – Cristo è morto per noi” (Rm 5,6). Ancora oggi Egli continua ad amarmi sempre per primo e il Suo Amore per me è sempre più grande di quanto io possa continuare a sbagliare. Se così non fosse, io sarei schiacciata dal peso dei miei peccati e tradimenti, invece, in maniera struggente, sono sempre rialzata e rimessa in cammino dalla Sua Misericordia, che fa nuove tutte le cose. Ad ogni confessione faccio sempre l’esperienza che il profeta Isaia così descrive: “Su venite e discutiamo – dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana” (Is 1,18). Questo, allora, è il momento favorevole (possiamo dirlo di ogni momento, ma particolarmente è vero per il tempo di Quaresima) per lasciarci incontrare e travolgere dalla presenza viva del Signore che ci viene incontro ora. Che ci viene incontro mendicando la nostra vita e che, nell’ardore del suo amore, non desidera altro che corrispondere al cuore di ciascuno. “Vi supplico – ci dice Nicolino nel suo intervento “Guardate a Lui e sarete raggianti – di lasciarvi incontrare e travolgere dal Suo sguardo, permettendogli di ridestare e soddisfare il cuore in tutto il suo desiderio e l’umano in tutto il suo bisogno, disponibili e desiderosi a lasciare rimuovere tutto quello che è abituato, scontato, sotto il dominio del «già saputo», dello schema e dell’estraneità”. Nella certezza che il Signore ascolta il nostro grido, con la povertà e l’insistenza della Cananea preghiamo: “Guarda, o Dio onnipotente, l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale (guarda me, sfinita dalla mia debolezza mortale) e fa’ che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio”. Vieni Signore Gesù!