NUMERO 5 / ANNO 2012
... e sarà un buon Natale!
“Per lei sarà sicuramente un buon Natale!” - mi è capitato di sentir dire da una presentatrice televisiva ad una signora che aveva vinto una grossa somma di denaro partecipando telefonicamente ad un gioco in diretta. Questa frase mi ha fatto pensare. Certo che ritrovarsi in un attimo oltre 300.000 euro aiuterebbe chiunque a risolvere tanti problemi. E questo è ancora più vero in un momento di crisi economica come quello attuale, ma il Natale è un’altra cosa e la vera vita e la vera gioia del cuore non coincidono con la cancellazione dei nostri debiti economici e con la possibilità di comprare ciò che ci manca o che pensiamo ci manchi.
Il momento è difficile per tutti. Ovunque si sente una rabbia crescente che ci porta ad accusare i presunti o reali colpevoli dei nostri problemi finanziari e ci mette spesso gli uni contro gli altri nella difesa dei diritti che ci sentiamo strappati. Mi è capitato di sperimentarlo anche di persona quando, qualche mese fa, mi sono vista negare nello stipendio il pagamento degli scatti di anzianità che avevo maturato per gli anni di servizio prestati. Di fronte a quei 30 euro mensili di aumento non retribuiti, mi sono chiesta, come tutti, quali rinunce fanno i grandi, quelli che di euro al mese ne guadagnano ben più dei 1200 di un lavoratore normale. Lavoratore normale che oggi deve sentirsi un privilegiato perché almeno un lavoro ce l’ha, mentre tanti altri sono in cassa integrazione o disoccupati. Vedere uomini compiere gesti estremi per attirare l’attenzione dei media e dei politici su stabilimenti che chiudono, sentire la protesta di chi lavora da mesi senza percepire uno stipendio è molto doloroso. La preoccupazione cresce insieme all’incertezza e alla paura.
In questa realtà economica e lavorativa con orizzonti ben lontani dal miglioramento, potrà essere un buon Natale per ciascuno? Basta pensare al primo, per esserne certi. Il contesto della Palestina alla nascita di Gesù non era certamente migliore di quello attuale. I pastori conducevano una vita molto dura eppure essi vanno alla grotta senza indugio e tornano pieni di gioia al loro lavoro abituale. La bontà del Natale è nell’avvenimento stesso di Dio che si fa Carne e viene ad abitare in mezzo a noi, nella nostra realtà nuda e cruda. Nelle tenebre - in quelle di ogni tempo - è Lui la luce che rifulge. Ma noi - ricchi o poveri che siamo - Lo accogliamo? È qui la vera questione che permette o nega un buon Natale a ciascuno. Racconto una testimonianza per me illuminante. Qualche giorno fa è venuto a trovarci padre Frederick dall’Uganda e abbiamo vissuto con lui una bellissima domenica a Castorano insieme a Nicolino e ad altri amici. Tra i suoi racconti mi ha impressionato quello della visita ad un campo profughi. Queste persone affamate, che da giorni non toccavano cibo, hanno chiesto a padre Frederick di celebrare la Messa e durante la celebrazione hanno manifestato la loro gioia e gratitudine danzando e cantando al Signore per tutto il tempo. Solo dopo aver ricevuto l’Eucarestia, hanno mangiato quanto padre Frederick aveva comprato per loro. Ecco cosa significa guardare a Lui e ritrovarsi raggianti, sempre e comunque. Accogliere il richiamo che ci viene da questa testimonianza struggente e stringente non vuol dire che dobbiamo subire la realtà senza rimboccarci le maniche e lavorare perché tutti possano vivere più dignitosamente. Ben venga anche una vincita - piccola o grande che sia - che può contribuire alla costruzione di luoghi a servizio dell’umano. Ma questi amici ugandesi, come tutti gli altri testimoni di cui il Signore non manca mai di circondarci, ci mostrano che “tutto quello che siamo chiamati a vivere è tenere fisso lo sguardo a Gesù, dove è la vera vita e la vera gioia del cuore” - come ci dice Nicolino nel Volantino di Natale di quest’anno. Tutto quello che dobbiamo fare è restare attaccati a Gesù come il tralcio alla vite. Solo in questo attaccamento c’è tutta la pienezza e la fecondità della vita, che permette anche l’affronto dei gravi problemi economici ed occupazionali che ci affliggono e qualsiasi altra circostanza dolorosa possiamo essere chiamati a vivere. Guardiamo a Lui e saremo raggianti. Guardiamo a Lui e sarà sempre un buon Natale.
MAGISTERO DEL PAPA
- Il desiderio di Dio, Catechesi del 7 novembre 2012
- La ragionevolezza della fede in Dio, Catechesi del 21 novembre 2012