Pietro va, e si trova davanti a quell’uomo di nome Gesù. Deve essere stato evidentemente un impatto eccezionale e ragionevolmente attraente, per non sopportare, da quel momento, nemmeno un momento di tempo successivo lontano da quell’uomo. Pietro, infatti, rimane e inizia a seguirlo con un manipolo di altri undici uomini. Pur non capendo ancora nulla di quell’Uomo, è evidente a Pietro e a tutti gli altri che si trovano davanti ad un Uomo eccezionale e affidabile, tanto da suscitare da quel momento una convivenza immediata e totale con Lui. L’eccezionalità di quell’Uomo in fondo dove stava? Nel far emergere, come nessuno aveva fatto prima, il cuore, la normalità del cuore. Era eccezionale perché parlava di loro a loro stessi come se li conoscesse dalla nascita, mostrando una familiarità con la vita e il cuore, il tessuto del cuore; sapendo dell’uomo come se lo avesse fatto Lui.