Attraverso la lettera di Federica inviata alla redazione della nostra rivista, colgo l’occasione per esprimere anch’io l’immensa gratitudine a Dio per il dono di vivere accanto ai carissimi genitori di Nicolino nella circostanza dolorosa della malattia della mamma Bibi, aggravatasi nello scorso novembre. È una possibilità privilegiata per imparare la vita secondo la fede e per me, particolarmente, sta segnando il passo di una vita consegnata completamente a Cristo. Fino a ieri sera, di fronte allo sconfortato pianto di Bibi per la sua condizione di impotenza, riascoltavo dalla struggente, appassionata e tenera testimonianza di Amore a Cristo di Nicolino il perché vale la pena vivere anche inchiodata ad una poltrona, con un corpo trafitto da mille piaghe. Il senso di tanta sofferenza è Cristo crocifisso per cui niente e nessuno risultano essere inutili. Occorre tenere lo sguardo fisso a Cristo steso sulla croce, perché da lì, senza fare apparentemente nulla, Lui salva il mondo. Nell’esortazione di Nicolino alla madre ho capito, in un attimo, più di tante altre volte, che il compimento della vita è stare alla Presenza di Cristo così come Egli ti chiama a starci, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia per corrispondere sempre al Suo Infinito Amore.